Di per sé, un impianto di raffrescamento adiabatico ad acqua non presenta particolari complessità: l’elemento che più di tutti ne determina il bisogno di manutenzione periodica è proprio l’impiego dell’acqua, che impregna costantemente i pannelli alveolari a nido d’ape utilizzati per il raffrescamento dell’aria e genera, sia sui pannelli stessi che nelle tubature e nelle vasche, un ambiente potenzialmente ideale per la proliferazione di muffe e batteri.
La manutenzione ordinaria degli impianti evaporativi si struttura su due momenti: alla fine della stagione calda, e all’inizio della successiva. Come tutti gli impianti legati alla regolazione della temperatura nella stagione calda, infatti, anche quelli adiabatici vedono un impiego intensissimo durante i mesi estivi, seguito da un lungo periodo di totale inattività in inverno, attività alla quale bisogna prepararli con un’accurata messa a ricovero.
Alla fine della bella stagione, l’impianto idrico che alimenta quello di raffrescamento viene svuotato dall’acqua per evitare gelate e rotture delle tubazioni e i raffrescatori evaporativi vengono coperti con apposite protezioni in materiale plastico, per proteggerli dal ghiaccio e dal freddo e impedire che folate di aria fredda penetrino nel capannone. Al momento del riavvio, con la primavera, sarà necessario effettuare i controlli di integrità dei pacchi evaporativi, eliminare qualsiasi traccia residua di calcare, e collaudare il pieno funzionamento dell’impianto.
Per quanto riguarda il rischio di sviluppo di Legionella che spesso si verifica in impianti di qualità inferiore, negli impianti di raffrescamento adiabatico di Elle3 questo è completamente scongiurato dal sistema automatico di svuotamento dei serbatoi che provvede all’espulsione dell’acqua residua dalle vasche ad ogni interruzione del ciclo di funzionamento, circa ogni quattro ore.